Lutto nel mondo del cinema: è morto Paolo Bonacelli, attore di talento che lavorò con Pasolini, Troisi e Benigni. Aveva 88 anni.
Si è spento nella serata dell’8 ottobre all’ospedale San Filippo Neri di Roma Paolo Bonacelli, uno dei volti più rappresentativi del cinema, del teatro e della televisione italiani. Aveva 88 anni. A dare la notizia della sua scomparsa è stata la moglie, Cecilia Zingaro, che con poche parole ha espresso il dolore di una perdita profonda.
La carriera di Paolo Bonacelli: dal teatro al grande schermo
Diplomato all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico, Bonacelli iniziò la sua carriera sul palcoscenico, dove dimostrò subito una rara intensità interpretativa. Il debutto cinematografico avvenne nel 1964 con “Cadavere per signora“, ma il successo arrivò con “Salò o le 120 giornate di Sodoma” di Pier Paolo Pasolini. Quel ruolo controverso gli valse la Targa Mario Gromo e lo consacrò come uno degli attori più coraggiosi e profondi della sua generazione.
🔵Addio a #PaoloBonacelli, attore che ha attraversato la storia del cinema italiano, volto noto della tv, grande interprete a teatro. Fu scelto da registi quali Pasolini, Bolognini, Rosi, Antonioni. Con 'Johnny Stecchino' di Benigni vinse il Ciak d'oro ed il Nastro d'argento. pic.twitter.com/FoHVOJW3F1
— Rai Radio1 (@Radio1Rai) October 9, 2025
Negli anni successivi lavorò con maestri come Mauro Bolognini, Francesco Rosi, Elio Petri e Liliana Cavani.
“Il teatro resta la mia vera casa” dichiarava in una delle sue rare interviste, sottolineando il legame indissolubile con il palcoscenico. Oltre al cinema, Bonacelli ottenne numerosi riconoscimenti per la sua lunga attività teatrale, tra cui il Premio Gassman e il Premio Renato Simoni per la fedeltà al teatro di prosa.
Una vita riservata e un’eredità artistica immensa
Lontano dai riflettori, Paolo Bonacelli ha sempre difeso con discrezione la sua vita privata. Dalla relazione con l’attrice Carlotta Barilli nacque nel 1970 il figlio Leone Barilli Bonacelli. Negli ultimi anni era sposato con Cecilia Zingaro, che gli è rimasta accanto fino alla fine.
Di sé preferiva non parlare, lasciando che fossero i personaggi a raccontarlo. Come disse una volta a un giovane collega: “Il segreto non è recitare, ma credere profondamente in ciò che dici“.